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Settimana 14-17 ottobre

1) Riflessione per Mr. Bishop

[fusion_dropcap color=”” boxed=”yes” boxed_radius=”50%” class=”” id=””]S[/fusion_dropcap]tavo valutando il coinvolgimento dei genitori: spiegare loro l’importanza dell’outdoor education e quali siano gli obiettivi principali delle sessioni outdoor potrebbe prepararli ad affrontare i rischi che possono derivare dall’esperienza dei loro figli. Il problema principale per me riguarda la reazione allergica. Per esempio al CREA ieri abbiamo visto degli alveari. Credo che sia importante esser preparati: se i genitori informano gli insegnanti, i bambini allergici possono portare con loro il cortisone, etc … Per esempio, la scorsa settimana a scuola durante una sessione d’arte stavamo lavorando con le foglie autunnali per creare varie forme; una collega è venuta da me e sorpresa mi ha detto che lei non fa più questo genere di cose perché ha paura delle reazioni allergiche. Mi sono spaventata, perché non mi era nemmeno venuto in mente che toccare le foglie potesse essere pericoloso. Inoltre, due bambini non avevano portato le foglie, quindi sono uscita e ne ho raccolte 5-6 da terra. Per la mia collega è stato anche peggio, perché fuori ci sono i gatti e potrebbero aver fatto pipì sulle foglie.

Devo ammettere che tutto questo mi ha lasciata un po’ perplessa e preoccupata. Dovrò affrontare questa sensazione per cercare di essere, seguendo il suo consiglio, più osservatore e meno controllore. Ho cominciato quindi a riflettere su quali siano le migliori abilità che un insegnante debba avere secondo l’outdoor education. Penso ad esempio alla capacità di improvvisare per seguire l’interesse e l’intuizione dei bambini, per suggerire un’attività seduta stante per mantenere vivo quell’interesse.

Risposta

In 30 anni che porto i bambini nella natura non è mai successo che qualcuno, tra le migliaia di bambini, abbia avuto una reazione allergica. È estremamente raro che accada stando semplicemente in natura. Le tre forme più gravi di allergia sono l’allergia alle noci, alle api/vespe e agli allergeni come peli di cane e gatto. Per questo motivo, prima di portare i bambini nella natura sarebbe opportuno conoscere la loro storia clinica ed essere informati in caso di allergie gravi. Si può prevenire che il bambino ingerisca delle noci, ma è più difficile prevenire la puntura di un insetto, l’importante però è esserne consapevoli. In quel caso, il bambino dovrà portare con sé le medicine adatte o l’Epipen. Non sarebbe giusto negare al bambino la grande opportunità che offre l’outdoor education solo perché è allergico, sarebbe come negare l’esperienza ad un bambino che è in sedia a rotelle. Dovrò piuttosto attrezzarmi ed organizzarmi in funzione della situazione che mi trovo ad affrontare: è importante apportare le giuste modifiche affinché ogni bambino sia al sicuro e sia in grado di fare al meglio ciò che può fare. È esagerato impedire addirittura di toccare le foglie. Esistono delle foglie velenose, ad esempio negli Stati Unite le foglie della pianta chiamata poison ivy, che provoca un’eruzione cutanea se toccata. Ma è sufficiente mostrare la pianta e le foglie, identificarle e spiegare che non si toccano perché sono velenose. Sì, è vero, queste sono delle sfide, sfide che però possiamo facilmente gestire. Ma è assurdo pensare che anche solo toccare le foglie possa essere pericoloso. (La seconda parte della riflessione non ha ricevuto risposta).

2) Domande Crea

  • Cosa ne pensiamo della discussione di oggi (metodo direttivo, non direttivo, blended)?

Nel modello prescrittivo-direttivo l’insegnante controlla il gruppo e dirige l’attività che si svolge con il massimo controllo, poiché non si limita a proporre ma indica la soluzione del compito da risolvere: questo metodo deduttivo, benché possa facilitare lo svolgimento del programma  riducendo  i  tempi  dell’apprendimento e rendendo  le correzioni più mirate, non spinge al raggiungimento di una propria autonomia, può determinare un basso livello di consapevolezza e, spesso, limita ed inibisce la creatività degli allievi.

Nel modello libertario, invece, si esalta la creatività degli allievi. Anche se non è facile controllare lo svolgimento del programma e i tempi di apprendimento possono essere abbastanza lunghi, nel metodo induttivo della scoperta guidata o della libera esplorazione i bambini sono protagonisti principali; in questo contesto, è necessario che l’insegnante colga l’opportunità offerta dall’interesse mostrato dagli alunni al fine di scongiurare una sorta di dispersione. Proprio poiché potrebbe essere difficile canalizzare in modo produttivo l’euforia dei bambini, specialmente quando questi non sono abituati ad essere immersi nella natura, suggerirei piuttosto un metodo blended. Sicuramente le prime uscite dovranno essere più controllate, per lasciare successivamente ai bambini la possibilità di esplorare in autonomia quando si riterranno sufficientemente pronti.

  • Come descriveremmo ai bambini l’esperienza che faranno al CREA?

Credo che sia fondamentale preparare i bambini all’approccio all’ambiente naturale. Non sveleremo le attività che saranno proposte, ma li inviteremo ad assumere un atteggiamento da esploratori e ad usare tutti e cinque i sensi.

  • Quali sono le sensazioni che abbiamo percepito oggi? Quali erano i nostri bisogni?

Da persona adulta, presa dalle mille preoccupazioni della vita quotidiana, arrivata nell’aula verde avrei voluto stendermi a terra e fare esattamente quello che ho fatto invece da seduta: stare lì a rilassarmi ad occhi chiusi e orecchie aperte, sentire il vento tra le foglie, il cinguettio degli uccelli, il tepore del sole che scalda il corpo e il venticello che accarezza la pelle. Durante tutta l’esperienza sentivo il bisogno di connettermi con la natura soprattutto fisicamente: avrei voluto togliermi le scarpe, sporcarmi le mani e abbracciare gli alberi. Il percorso che abbiamo fatto a piedi è stato molto stimolante dal punto di vista sensoriale: sensazioni tattili più o meno piacevoli, profumi, colori e persino sapori. La natura ci offriva molti materiali utili per laboratori creativi e le situazioni create ad hoc dal CREA offrivano spunti didattici interessanti. Così, mi sarebbe piaciuto fare un percorso motorio camminando in equilibrio sui tronchi lunghi e poggiando piede dopo piede sui pezzi di tronco messi in verticale, fare attività manuali con i materiali recuperati, intraprendere un percorso sensoriale bendata, socializzare e condividere con il gruppo nel contesto delle aule verdi, perfette anche per sessioni di lettura animata.

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